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STATISTICHE 2008 - PRIME INDICAZIONI PDF Stampa E-mail
lunedì 23 febbraio 2009

Anche quest'anno, pubblico alcuni dati statistici, relativi all'andamento dell'anno giudiziario 2008, appena trascorso.

Molti dati sono ancora in elaborazione e spero di poterveli offrire più avanti. Nell'analizzarli, il consiglio è di considerare, come al solito, un certo grado di imprecisione. Se alcuni dati sono obiettivi (numero dei ricorsi, delle sentenze), altri potrebbero essere un po' incerti (ad. esempio: il numero delle semplificate).  Su altri, il grado di imprecisione è ancora maggiore (materie, esiti delle controversie...), perché ovviamente i dati sono stati ricavati in modo, per così dire... meccanico, sulla base di determinate ricorrenze nel generale file delle pronunce del T.A.R. Veneto.

 Con queste premesse, ecco alcuni dati.

Il numero dei ricorsi introdotti è stato pari  a 2707, rispetto ai 2607 dell'anno precedente. Si inverte, dunque, la tendenza negativa rilevata negli ultimi anni. Va detto, però, che siamo ancora ben distanti dai 3630 ricorsi del vicino 2004 o addirittura dagli oltre 4000 del 1995.

Il T.A.R. ha pronunciato, nel 2008, 4000 provvedimenti definitivi di controversie. Va detto, però, che in tal numero di ruolo sono compresianche i decreti presidenziali e altri provvedimenti.

In realtà, la sentenze vere e proprie sono state 1503, vale a dire 1204 meno dei ricorsi introdotti. Ciò significa, mi pare, che il T.A.R. continua ad accumulare arretrato e che almeno milleduecento ricorsi di quest'anno si avviano ad una futura perenzione.

I decreti di perenzione, in effetti, sono stati 2328.

 Delle 1503 sentenze, 477 sono state rese in forma semplificata, a fronte delle 396 del 2007. L'istituto sembra avere dunque recepito un rinnovato impulso. Le sentenze in generale sono così ripartite:  444 di Prima Sezione, 558 di Seconda, 501 di Terza. L'evidente divario tra i dati della Prima sezione e quelli della Seconda è forse dovuto alla distribuzione delle materie. Ma è anche vero che la Seconda ha fatto maggior uso delle semplificate. Se guardiamo alle semplificate, infatti, la Prima ne ha pronunciate 91, la Seconda 255, la Terza 131.

 Dette sentenze hanno deciso, per il 37%, cause introdotte nel 2008, per il 16% cause introdotte nel 2007. Dal 2004 al 2006, i ricorsi hanno ottenuto risposta per una percentuale variabile tra il 4 e il 6%; negli anni precedenti, le percentuali si attestano tra l'1 e il 3%, per riprendere, caso isolato, nel 1994 (oltre il 7%). Non risultano sentenze su cause antecedenti il 1990.

Se ne deduce che il ricorso al T.A.R. ha maggiori probabilità di ottenere una risposta di merito nei primi due anni di propria vita. Evidentemente, sui dati incidono le sentenze semplificate, ma probabilmente anche la sensibilità del giudice nel valutare le cause che gli sono sottoposte in camera di consiglio. Quest'ultimo dato si ottiene dal raffronto con i ricorsi del 2007 che probabilmente risentono, nella loro percentuale, del "baratto" della rinuncia alla cautelare con il "merito a breve". Tuttavia, alla apprezzata sensibilità del giudice fa da contraltare anche un rilievo negativo. Vale a dire che se non si è in grado di sollecitare dettasensibilità, in sede di trattazione della domanda cautelare, il ricorso, verosimilmente, avrà poche probabilità di essere deciso nel merito. Precisamente avrà una percentuale del cinque per cento in ciascuno degli anni di vita compresi tra il terzo e il quinto, del due per cento nei restanti e successivi anni. Se guardiamo al quinquennio perenzionale, il ricorso ha attualmente una probabilità complessiva di essere deciso nel merito pari al 66%. Come a dire che poco più di due ricorsi  su tre otterranno risposta.  Il risultato --- che qui si espone senza volerlo accompagnare da responsabilità individuate, perché sappiamo che sono molti i fattori che vi incidono --- non pare confortante.

Tanto più che i dati relativi agli anni precedenti ai ricorsi introdotti nel 2007 riflettono, presumibilmente, quelli delle controversie in cui è stata accolta l'istanza cautelare. Nel 34% delle controvesie "non decise" stanno dunque anche quelle che, pur essendo fondate in punto di diritto, non hanno tuttavia ottenuto il provvedimento cautelare per mancanza del periculum in mora.

 Nel 2008, le ordinanze cautelari emanate (sia di accoglimento sia di rigetto) sono state 917, rispetto alle 805 del 2007. Il dato, se proporzionato, sembra in crescita  anche tenendo conto  del  maggior numero di ricorsi introdotti. Segno che quest'anno sono stati meno frequenti i ricorsi "tattici" e che maggior rilievo è stato dato al ricorso in sé e per sé, quale strumento destinato ad ottenere un risultato immediato.

 

 Massiccio anche il ricorso ai provvedimenti cautelari inaudita altera parte: 131. Quasi uno ogni sette istanze di sospensione. Anche questo conferma che lo strumento giurisdizionale è stato usato, quest'anno, in modo diretto e non strumentale.

 

Molto modesto è ancora il ricorso al rito monitorio (due decreti ingiuntivi).

 

I dispositivi di sentenza sono stati 39, pressoché invariati rispetto all'anno precedente (40).

Le ordinanze  istruttorie sono state 179.


 Qualche dato, in merito ai contenuti delle sentenze. Sul punto, occorre tenere conto che ogni sentenza può contenere, contemporaneamente,  capi sia di accoglimento, sia di rigetto.

 

Risultano sentenze aventi un contenuto di:

--- accoglimento:  409;

--- rigetto nel merito: 456;

-- inammissibilità: 146;

-- irricevibilità: 17;

-- cessazione della materia dell contendere: 37;

-- improcedibilità: 521;

--- difetto di giurisdizione: 45.

I dati rispecchiano l'andamento degli anni precedenti, con circa un terzo delle cause accolte. La giurisdizione amministrativista veneta, dunque, si conferma piuttosto rigettista (ancorché ciò non esprima alcun giudizio sul contenuto delle sentenze, perché, è ovvio, per esprimerlo occorrerebbe leggere anche i ricorsi). È preoccupante, ma il dato non è nuovo, l'elevato numero di pronunce in rito. Se, per alcune di esse (quelle di improcedibilità), il fatto può essere ascritto alla volontà dello stesso ricorrente, che nega il proprio attuale interesse (specie se il ricorso è "vecchio"), per altre il rilievo desta qualche perplessità, perché emerge che almeno il 15 per cento dei ricorsi risulta "male introdotto". Quali ne siano le ragioni, è difficile dirlo: certo le recenti riforme sul processo (termini dimezzati, riparto di giurisdizione, ecc.) non hanno sotto questo profilo agevolato il compito delle parti.

 

Un paio di rilievi circa  alcune materie "di spessore". Le sentenze  in materia di gare pubbliche sembrano essere state 102. Le pronunce di accoglimento (totale o parziale) dovrebbero essere state 27, mentre quelle di rigetto nel merito dovrebbero essere state 42. Le restanti si fondano su varie ragioni di rito. In materia di espropri, constano 35 sentenze. Qui la percentuale di accoglimenti sembra essere maggiore: 16.

 

Per il momento, questo è quanto.

 

FRANCESCO VOLPE

 

Ultimo aggiornamento ( lunedì 23 febbraio 2009 )
 
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