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L’Autorità di vigilanza censura il singolare bando per servizi legali del nuovo Ospedale di Padova PDF Stampa E-mail
lunedì 15 marzo 2010

di DARIO MENEGUZZO.

Era apparso anomalo fin dall’inizio, il bando del 31.3.2009 per l’affidamento dei servizi legali connessi alla realizzazione del nuovo Ospedale di Padova.

E tale anomalia è stata appunto ora censurata dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici con la deliberazione n. 4 del 2010 (clicca qui ).

Si tratta di un appalto di dimensioni certo enormi (importo a basa di gara: 750.000 euro) e di caratteristiche peculiari; ma che non giustificano affatto i requisiti pretesi.

Per dare un’idea, alcuni dei requisiti sono:  

- l’aver realizzato complessivamente, negli esercizi finanziari del triennio precedente al bando, un fatturato non inferiore a 20 milioni di euro (III.2.2.);

- l’aver prestato assistenza legale a soggetti pubblici in gare di almeno due concessioni di lavori con il sistema della finanza di progetto ovvero ad iniziativa pubblica, di cui una di valore unitario non inferiore ad euro 100 milioni e un’altra di valore superiore ad euro 500 milioni (cfr. punto III.2.3.); - l’aver prestato assistenza a sponsor privati in almeno due progetti per l’affidamento di concessioni di lavori pubblici per la realizzazione di strutture ospedialiere in project financing ovvero ad iniziativa pubblica;

- l’aver prestato assistenza a sponsor privati o ad istituti finanziatori in almeno un progetto per la realizzazione di strutture ospedaliere in project financing ovvero ad iniziativa pubblica che sia giunto al financial closing (erogazione del finanziamento);

- l’avere una struttura dotata di un numero di professionisti, iscritti all’albo degli avvocati, non inferiore a 50, tutti con competenza specifica nel diritto amministrativo, fiscale e tributario, bancario.  

Non credo occorra aggiungere altro, i dati parlano da soli.

Ma, soprattutto, stupisce l’esclusione espressa dei raggruppamenti termporanei.

In sostanza, nessuno studio legale di diritto amministrativo dell’intero Veneto è in grado di partecipare ad un simile appalto; e l’esclusione – irragionevole – dei raggruppamenti temporanei impedisce a priori che un simile appalto (pur relativo a un ospedale veneto) rimanga nel Veneto.

Ed infatti, a risultarne aggiudicatario (clicca qui) è stato lo studio DLA Piper, uno dei più grandi studi legali del mondo (il secondo per numero di avvocati).

 Nei confronti di tale bando, l’Associazione veneta degli avvocati amministrativisti aveva già manifestato la propria contrarietà, prima nel corso di un incontro con il Segretario generale della Regione (incontro richiesto proprio a tale fine), poi con una nota di formale protesta; e le censure nei confronti del bando già erano ampiamente state espresse nel corso del seminario dell’Associazione del 27 gennaio scorso sul conferimento degli incarichi ai legali da parte degli enti pubblici.

Ora l’Autorità di vigilanza ha puntualmente confermato la fondatezza di tutti i rilievi già sollevati (e che peraltro erano parsi fin dall’origine di immediata evidenza).

Vi è dunque da auspicare che nella sanità regionale scelte del genere non abbiano ulteriormente a ripetersi (va invero ricordato che già in passato altre perplessità aveva suscitato, ad es., la procedura di selezione – con avviso del 27.2.2009 - per l’incarico di consulenza e assistenza per l’affidamento di lavori pubblici in project relativamente all’Azienda ospedaliera di Verona. Incarico certo più modesto - 200.000 euro - ma anche in quel caso con requisiti non proporzionati, e del quale pure è risultato aggiudicatario lo studio DLA Piper).

Ed è da auspicare che la Regione voglia ora rimuovere in autotutela gli atti assunti sulla base di una gara ora così pesantemente censurata dall’Autorità di vigilanza.

 
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